Da "Barche a Motore", un articolo su una nostra barca

12/02/2024 · News

Baglietto Elba '61: ne vale la pena?

Quando la mia personalissima meteo mi ha suggerito di passare dalla vela al motore, mi sono messo alla ricerca di un buon usato sui 12 metri, con un minimo di abitabilità, veloce ma senza esagerare. Moderno, mi son detto; l’esperienza di una barca vecchia, nel bene e nel male, l’ho già fatta. Ma le tante barche tra cui dovrei scegliere mi sembrano tutte uguali, alcune perfette, per carità, ma senza quella scintilla che ti fa fare una pazzia (perché di questo si tratta). 

Realizzo che sono pronto al cambio, ma non a rinunciare al fascino di una barca bella. Digito “vintage” su Google: … qualcosa che ha almeno 20 anni, diventata di culto perché di alta qualità o perché ha segnato il costume tanto da essere ancora considerata preziosa.

Eccola, la mia barca. Stefano Faggioni mi segnala un Baglietto Elba, so bene cosa mi aspetta, il prezzo finale sarà un multiplo di quello di acquisto e compro due anni di lavoro, oltre la barca, ma so anche che può essere un affare.

Vado a vederla con Nino Aprea dell’Antico Cantiere del Legno, che - tra le tante - ha già restaurato due Baglietto Ischia; mi rassicura, la barca è sana. Il prezzo d’acquisto è simbolico; passaggio di proprietà, qualche lavoretto, batterie nuove, … insomma con 30.000 euro sono in mare. Il Baglietto Elba N.29 del 1961 (su 42 costruiti in 5 anni) è mio, anzi nostro: nel frattempo un caro amico si è entusiasmato all’idea ed è entrato in società.
Giro la chiave e, con mio fratello Andrea - ex campione di motonautica, non si sa mai - e un po’ di incoscienza facciamo il pieno e ci avviamo a Napoli. Una sosta a metà strada e il giorno dopo siamo a Procida, dove un altro pieno ci certifica un consumo di 43 litri l’ora a una media di 18 nodi. La velocità massima, con mare piatto, è stata di 24 nodi.

L’Elba monta due GM 6-V-53 da 195hp, indistruttibili, montati sui carri armati americani ancor prima che sulle barche. Decido di sbarcarli,  insieme ai serbatoi, per controllare bene il fondo, le prese a mare, le pompe e pitturare la sentina. E una volta smontati, vale la pena cambiare tutto ciò che si può rompere: 4.000 dollari di tubi, raccordi, guarnizioni e molto altro che arrivano dalla Florida grazie all’efficientissima Diesel Pro Power.

Per l'elettronica mi affido a un amico esperto, Mauro Tosolini. Gli strumenti originali sono belli, ma revisionarli costa una fortuna; però un contagiri è un po’ ballerino e non ci sono allarmi, mentre i parametri di due motori che hanno mezzo secolo di vita vanno tenuti sotto stretto controllo. Mauro scopre in internet una centralina di conversione analogico/digitale; montiamo nuovi sensori in aggiunta a quelli meccanici esistenti, per mantenere sia la lettura analogica sugli strumenti originali, che quella nuova in digitale, su un plotter. Presi dall’entusiasmo, aggiungiamo anche i sensori per il livello serbatoi acqua e carburante (prima misurato empiricamente con un tubicino che sfrutta la legge dei vasi comunicanti).

All'Antico Cantiere del Legno Aprea abbiamo fatto un minuzioso controllo dell’opera viva, pitturato la sentina, sostituiti i telai in massello di mogano delle finestre della tuga, rifatto il boccaporto del tettuccio, risanato e riverniciato tutti le parti in legno ammalorate. Per i lavori di bellezza ancora in corso, lucidatura degli acciai, verniciatura di scafo, tuga e coperta, spenderemo altrettanto quest’anno.
In totale sono 80.000 euro; la barca li vale?

Non vedo cosa si potrebbe comprare di equivalente con la stessa cifra. Certo, c’è il problema della manutenzione, ma ho fatto i conti: spenderò 5000 euro in più all’anno rispetto a un pari dimensioni in fibra. Anche aggiungendo qualche intervento straordinario mi sembra valga assolutamente la pena.
E poi, volete mettere la soddisfazione di vedere il popolo delle rade girarsi al vostro ingresso?

PS - Questo lavoro non sarebbe stato possibile senza il prezioso aiuto della Fondazione Baglietto e in particolare di Alex Mazzoni, massimo esperto e curatore dell'archivio del Cantiere, che mi ha fornito una gran mole di utilissimi documenti.